Chi di voi non ci è passato ?
Chi non ha provato quell'odio profondo, sordido eppure così cristallino nei confronti del fidanzatino della sua BAMBINA ? Inutile dire che ogni nano che passi anche solo nelle vicinanze di mia figlia diventa automaticamente il nemico (ed a poco vale sapere che potrebbe essere un bravo ragazzo). Sono conscio che il tempo passa, sono altresì a conoscenza del fatto che la mia bambina cresce… ma resta il fatto che sono pur sempre un esemplare maschio e come tale mi ricordo bene cosa passa per la testa di un esemplare maschio in età adolescenziale. Siamo a tutti gli effetti dei bipedi evoluti (almeno in taluni casi) o come diceva Desmond Morris delle "scimmie nude" e come tali legati agli istinti più bassi, è quindi così strano che io sia terrorizzato al fatto che la mia bambina diventi grande ??? So di attirarmi l'ira funesta sua e di altre sue amiche (che la sfotteranno a morte) pubblicando questo articolo, ma mi preme sapere di non essere solo… Quindi, papà all'ascolto, ho bisogno del vostro sostegno e, se possibile, evitate commenti del tipo "sono cazzi tuoi"… che sono nella cacca fino al collo già lo so' !!! A voi i commenti…
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Questa è una poesia di Kahlil Gibran, in effetti molto vecchia (credo risalga più o meno agli anni 20) ma mi ha sempre toccato nel profondo.
I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee. Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni. Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri. Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo. La prima volta che l'ho letta mi sono fermato alla prima riga, ed ho pensato: "quindi se non sono figli nostri, non sono nostri neppure i loro problemi". Considerazione alquanto egoistica, ma quando ci si ritrova ad affrontare i dilemmi del nuovo genitore ci si ritrova un po' spaesati. Poi però mi sono dedicato ad una lettura più attenta, e quello che scrive il poeta è vero, noi possiamo indicare la via, possiamo anche colorarla di un vivido giallo (in modo che si veda di più e meglio) ma non sta a noi percorrerla. Noi siamo la bussola (o meglio il sestante) che traccia la rotta, ma che considera le tempeste che gli si parano davanti come poca cosa, in fondo ne abbiamo viste di peggiori... Ci dimentichiamo troppo spesso che ogni cosa è relativa, ogni problema che si affronta pare insormontabile a 13 anni, ma perché si guarda con gli occhi di un tredicenne. E voi, che cosa ne pensate ??? |
AlecsSono genitore da poco, ma il mondo che ci circonda corre a velocità doppia o tripla rispetto alla mia fanciullezza. Archivi
Novembre 2018
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